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I modelli di auto Tesla, con la loro tecnologia, gli aggiornamenti che ne migliorano costantemente le prestazioni e soprattutto il livello raggiunto dal loro Autopilot recentemente aggiornato potrebbero presto rendere obsolete tutte le altre auto, prodotte da case automobilistiche che non sembrano in grado di stare al passo con il marchio californiano. Ad affermarlo non è qualche “Tesla enthusiast”, ma Adam Jonas, analista di Morgan Stanley che, già in passato, ha previsto la crescita e l’effetto dirompente di Tesla sui mercati automobilistico, energetico e finanziario.

La Tesla Model S è in produzione da cinque anni, ma ad oggi ancora nessuna auto in vendita sembra in grado di garantire lo stesso livello di aggiornamenti OTA (o “Over The Air”: permettono di aggiornare via wireless il nuovo software di un dispositivo, o di un’auto in questo caso), ha spiegato Jonas in una nota scritta a suoi clienti: “Possiamo capire che le case automobilistiche tradizionali hanno frenato la commercializzazione di veicoli elettrici (EV) fino a questo punto a causa della scarsa domanda da parte dei consumatori e delle elevate perdite. Ma troviamo difficoltà nel capire perché quasi nessuna abbia portato a commercializzare un’automobile in grado di scaricare aggiornamenti OTA dei firmware”.

La case automobilistiche tradizionali, secondo Jonas, “continuano a vendere veicoli che non sono in grado di apprendere e di migliorarsi, e sono altamente vulnerabili all’obsolescenza”. Eppure, aggiunge, in questi cinque lunghi anni “hanno avuto ampie opportunità di sezionare e analizzare in laboratorio una Model S”. Perché non lo hanno fatto? E soprattutto, si chiede l’analista: “Perché ci mettono tutto questo tempo?”. Probabilmente, spiega Jonas, le capacità di integrazione verticale di Tesla nell’aggiornamento del software e la sua disponibilità a prendersi dei rischi, anche a livello di hacking, fanno la differenza.

Un rischio relativo, però. Sia perché Tesla è notoriamente la più attrezzata al mondo a livello di cybersecurity, sia perché il recente aggiornamento del suo Autopilot ha fatto fare un ulteriore passo in avanti in termini di sicurezza (inclusa quella su strada). Dopo i recenti dubbi sull’Autopilot2.0, diffuso con un nuovo algoritmo di controllo ma criticato da alcuni clienti dopo che Elon Musk lo aveva definito “liscio come la seta”, Tesla ha eseguito altre “piccole riparazioni e miglioramenti” che, invece, sembrano avere soddisfatto le aspettative anche dei più esigenti.

Si tratta del Software Update 2017.28 (anno e settimana) c528869 (codice), che pur restando in versione 8.1 ha apportato appunto modifiche significative alle capacità dell’auto di guidarsi da sola, o comunque di garantire una maggiore sicurezza a chi vi è a bordo. Secondo le prime testimonianze, i miglioramenti riguardano in particolare l’Autosteer e il TACC (Traffic Aware Cruise Control), dato che ora le auto passano da una corsia all’altra sia in autostrada che non in modo molto più soft (più liscio, appunto). Non stupisce dunque se per i primi che l’hanno ricevuto l’aggiornamento meglio riuscito riguardi l’Automatic Lane Change, il cambio automatico di corsia.

Insomma, al di là dei dettagli, fa impressione vedere come un’azienda che è già considerata tanto avanti rispetto alla concorrenza da rischiare di rendere quest’ultima completamente sorpassata, sia così motivata a migliorare. E a continuare a farlo, come promette attraverso il software “Enhanced Autopilot”. Forse è tempo che gli altri produttori, consiglia Adam Jonas, inizino ad impegnarsi un tantino di più per restare al passo con la casa di Palo Alto. A meno che continuino a credere, contro ogni evidenza, che il momento dell’auto elettrica e della guida autonoma non sia ancora arrivato.

Qui sotto un assaggio dell’Autopilot Tesla, in attesa che anche la legislazione europea sia pronta a permetterne l’uso.

Autopilot Full Self-Driving Hardware (Neighborhood Short) from Tesla, Inc on Vimeo.