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Tesla, Solar City, SpaceX: tre grandi aziende di successo, con alti e bassi nel corso degli anni che ne hanno temprato la capacità di passare attraverso difficoltà in certi momenti al limite del fallimento. Se tiriamo le somme tre creature di Elon Musk, in un modo o nell’altro, che ne rispecchiano le competenze, la tenacia, la missione. Le prime due si sono fuse, facendo diventare Tesla Motors semplicemente “Tesla”, società di cui ora Solar City è una sussidiaria. La terza, prima compagnia spaziale privata ad aver inviato un veicolo spaziale alla Stazione Spaziale Internazionale e ad essere riuscita a utilizzare lo stesso razzo per più di una volta, si chiama per la precisione Space Exploration Technologies Corporation e sin dall’inizio ha collaborato più o meno continuativamente con la sorella produttrice di auto elettriche. Ma cosa succerebbe se le due si fondessero a loro volta?

Ci avete mai pensato? Se le auto di Tesla sembrano delle navicelle spaziali su strada sia a livello di linea che di tecnologia a bordo un motivo ci sarà. Il merito è ovviamente dei designer e degli ingegneri assunti dalla casa di Palo Alto, nota anche per la capacità di attrarre i migliori talenti del settore. Ma anche della sua stretta parentela con l’azienda spaziale più dinamica e rivoluzionaria che si sia vista da diversi decenni: SpaceX. Oggi, secondo Adam Jonas, analista finanziario di Morgan Stanley specializzato nell’andamento di Tesla e della sua evoluzione, la casa costruttrice di auto elettriche e l’agenzia spaziale capitanate da Elon Musk farebbero bene a unire le forze.

Il rapporto in cui Jonas riassume le sue considerazioni parte dal fatto che, negli ultimi tempi, le collaborazioni tra le due aziende co-fondate da Musk sono progressivamente aumentate. Perché allora non passare da collaborazioni sporadiche a una partnership strategica continuativa, se non addirittura a una fusione che porti anche a trasferimento di tecnologia e investimenti comuni?

Del resto, spiega l’analista in una nota ai suoi clienti, più di una volta “Tesla ha tratto vantaggio dall’esperienza di SpaceX in termini di scienza dei materiali, produzione e modello di business”. Vale quindi la pena saldare questa collaborazione. Inoltre, sembra che Musk sia veramente intenzionato a lanciare nello spazio una Tesla Roadster con un razzo Falcon Heavy e sulle note di Space Oddity di David Bowie.

Al di là di questo, però, i motivi più seri per cui Jonas suggerisce questa fusione sono due. Il primo è la necessità di rendere le finanze di Tesla più solide grazie a un’azienda in forte espansione come SpaceX. Che, grazie alle sue entrate e al fatto di non essere in balia dei mercati finanziari (SpaceX, per forte volere dello stesso Musk, non è quotata in borsa come Tesla), potrebbe garantire appunto supporto per gli ambiziosi piani dei prossimi anni della casa dio Palo Alto. Il secondo, non meno importante, è il fatto di mantenere in questo modo Elon Musk alla guida di entrambe le società.

Le voci di un possibile allontanamento dell’imprenditore sudafricano dalla sua casa automobilistica in effetti si sono moltiplicate, ultimamente. Elon ha più volte fatto notare che il suo commitment sarebbe stato garantito almeno fino al raggiungimento di alti volumi di produzione della Model 3. E se ci si pensa bene questo potrebbe anche voler dire ben poco tempo. Non solo, un altro analista, Jim Chanos, della società newyorkese di consulenze finanziarie Kynikos Associates, ha recentemente affermato alla stampa Usa che secondo lui Musk lascerà sicuramente Tesla per dedicare tutti i suoi sforzi a SpaceX. Appunto.

Sarà davvero così? Nessuno può dirlo. Al momento Musk esclude di volere lasciare Tesla, e noi ci auguriamo possa restare di questa idea. Di sicuro la figura di questo imprenditore è strettamente legata a quella di Tesla. Il che comporta alcuni vantaggi, ma anche dei rischi. Infatti, se secondo Chanos il successo delle azioni di Tesla che di tanto in tanto si vede è più legato all’ammirazione degli azionisti per Elon, che non alla fiducia in Tesla, per Jonas la sua figura di “uomo chiave” per Tesla è superiore a quello di quasi ogni altra compagnia con cui collabora Morgan Stanley (rivaleggia con lui solo Sergio Marchionne in FCA, spiega l’analista).

Che fare, quindi? “Gli investitori si aspettano che Elon Musk, nel corso del tempo, dedichi sempre maggiori quantità di tempo e talento a SpaceX, sollevando la vera questione di chi potrebbe sostituirlo a Tesla”, ribadisce Adam Jonas: “Una combinazione di sforzi tra le due aziende potrebbe affrontare questo importante problema”.