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E mentre Tesla batte tutti in Europa nelle vendite di sedan premium, raggiungendo con Model 3 la vetta di una classifica in cui è entrata solamente quest’anno (vedi figura sotto), anche per quanto riguarda la svalutazione delle automobili il marchio californiano mantiene il suo primato, con un valore più alto rispetto alle altre auto, sia elettriche che a benzina.

In particolare, un nuovo studio di iSeeCars sulla svalutazione dei nuovi veicoli ai fini di trovare le migliori occasioni di acquisto di auto usate ha mostrato che la Tesla Model S, il veicolo più vecchio di Tesla attualmente sul mercato, mostra i dati migliori: il suo valore è due volte più della media delle auto a benzina e tre volte più della media delle auto elettriche, nonostante l’impatto degli incentivi a cui queste sono soggette.

Come rilevato da analisi precedenti, infatti, i veicoli elettrici in media si svalutano più velocemente delle auto a benzina, generalmente a causa dei molti incentivi che le auto elettriche ricevono per incoraggiarne l’acquisto: il nuovo studio mostra di fatto una notevole differenza, dove il tasso medio di svalutazione dei veicoli elettrici è del 56,6% contro il 38,2% delle automobili a benzina.

Il CEO di iSeeCars, Phong Ly, a tal proposito ha dichiarato: “Assolutamente i veicoli elettrici si svalutano di più delle auto normali perché i valori di rivendita tengono conto del credito d’imposta federale di 6.633 euro e di altri crediti e incentivi statali e locali applicati a questi veicoli quando vengono acquistati nuovi.”

In realtà, però, tenendo conto degli incentivi, i veicoli elettrici hanno un tasso di svalutazione medio molto simile a quello delle auto a benzina. Facciamo un esempio per capire, tenendo conto di incentivi anche oltre i 6.633 euro: più della metà delle auto elettriche negli Stati Uniti sono vendute in California e New York, dove la tassa federale arriva fino a 8.844 euro.

Immaginiamo dunque di acquistare un’automobile con 8.844 euro di incentivo e di rivendere subito l’auto, dopo averla presa in consegna e senza nemmeno mai guidarla: quel veicolo nuovo di zecca si è già svalutato di 8.844 euro, ma a conti fatti quei soldi non sono andati persi, quindi per l’acquirente non è davvero una svalutazione.

Ly suggerisce che anche l’obsolescenza potrebbe svolgere un suo ruolo nell’elevato tasso di svalutazione dei veicoli elettrici: “Poiché la tecnologia dei veicoli elettrici cambia a un ritmo molto rapido, anche l’obsolescenza gioca un ruolo nel loro drammatico deprezzamento, così come l’ansia dei potenziali acquirenti che il veicolo non abbia batteria sufficiente per raggiungere la destinazione e la mancanza di infrastrutture di ricarica pubbliche”.

Ciò potrebbe in parte spiegare perché invece i veicoli Tesla mantengono meglio il loro valore, in quanto leader nella tecnologia dei veicoli elettrici e quindi esenti dagli ostacoli e problematiche menzionate. Con oltretutto una propria infrastruttura di ricarica, quella dei Supercharger (e perché no, dei Destination Charging) che a livello globale non fa altro che crescere e migliorarsi.

In realtà nell’analisi di iSeeCars vediamo qualche falla. Da una parte, se i veicoli elettrici non ricevessero incentivi e le auto a benzina fossero invece vendute al loro vero costo, tenendo conto nel prezzo anche del loro impatto sulla salute e sull’ambiente, lo scenario sarebbe completamente diverso. Dall’altra, per quanto lieti del fatto che Tesla ne esca vincente anche qui, non pensiamo questo sia il modo giusto di presentare l’effettivo potenziale delle auto elettriche, anche a livello di valore e costi reali.

Ad ogni modo, molto presto vedremo accelerare il tasso di svalutazione delle auto a benzina rispetto ai veicoli elettrici, perché il futuro è nell’energia pulita e sostenibile per ricaricare gli EVS, e perché sempre meno persone vorranno comprare auto che inquinano. E questo potrebbe accadere presto, molto presto. Sicuramente nei prossimi 5 anni, o probabilmente anche prima. Scommettiamo?